Territorio di Banzi -- Sono situate a nord-ovest del paese di Banzi
Le grotte di Banzi sono uno dei “tesori” più belli di questo territorio. Rappresentano un vero e proprio “museo” all’aria aperta. Queste grotte si trovano vicino il fons Bandusiae, proseguendo la strada. Dopo aver attraversato questo territorio pieno di alberi di ogni genere, si continua e si incontrano le grotte, delle cavità scavate all’interno della terra. Alcune grotte sono molto ampie, altre sono piccole e anguste. Si vedono poi grotte altissime, dove dentro c’era la mangiatoia per il gregge e tutto è pieno di sassi e terra, è tutto abbandonato. Ci saranno, più o meno, qualche decina di grotte complessivamente (in questa zona). Ogni grotta è scavata all’interno della terra per qualche metro. Le prime grotte che si incontrano sono altissime e molto profonde, tanto che si vede scuro all’interno, la luce non penetra fino al fondo della grotta. Ormai da decine di anni che nessuno viene in queste grotte, e sono cresciute molte piante, che quasi ostruiscono l’accesso alla grotta. Il soffitto delle grotte più grandi fa quasi paura perché sembra che può crollare giù a momenti. Alcune grotte sono anche bassissime, forse a causa di qualche cedimento. E il terreno è umido, pieno di terriccio e pietre. Salendo una scarpata molto ripida, piena di sassi e di terra scivolosa, si arriva ad altre grotte, piccole e molto carine. Il soffitto di alcune grotte è crollato, lasciando a terra, un cumulo di pietre. E’ terreno molto fragile, quello che si incontra all’interno delle grotte. Infatti, a causa di qualche cedimento, la terra è caduta giù. Questa terra è un terriccio molto frammentario, non compatto e unito.
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Queste grotte sono state create per un unico motivo: servivano come casa per i contadini e come riparo per il gregge. Molti contadini e pastori hanno abitato fino agli anni ’50. Si viveva scomodi e senza acqua corrente o luce elettrica. Le grotte non erano comunicanti tra loro e l’acqua bisognava prenderla al Banzullo. L’acqua serviva anche per abbeverare pecore, maiali, capre, che vivevano insieme alla famiglia. La legna da ardere nel camino (c’era uno all’ingresso della grotta) la si andava a tagliare nel bosco, che non era dei contadini, ma del comune, e prima ancora della Chiesa di Banzi. Quando il latte scarseggiava, le famiglie che abitavano in grotte vicine, mettevano insieme il latte per fare del formaggio. I bambini non abitavano nelle grotte, ma nel paese, insieme ai vecchi. I bambini andavano alle grotte solo in estate, quando gli uomini andavano a mietere il grano (a quell’epoca durava tutta l’Estate) loro andavano a pascolare il gregge di pecore e capre. Per mangiare, (soprattutto pane) i contadini nelle grotte mandavano le donne a comprare a Banzi il cibo, ma anche per prendere attrezzi per il lavoro. Le donne lavavano gli indumenti con l’acqua limpida del Fons Bandusiae. Per vendere e acquistare dei beni materiali bisognava recarsi alle fiere e le più vicine erano quelle di Potenza e di Tito. In queste fiere si vendevano capre, maiali e pecore, per comprare indumenti, strumenti e scarpe. Alcune volte però non si poteva acquistare quello che era necessario. Spesso si facevano viaggi inutili. Questa vita così difficile nelle grotte, cessò con l’emigrazione.