O fons Bandusiae splendidior vitro
dulci digne mero non sine floribus,
cras donaberis haedo,
cui frons turgida cornibus
primis et venerem et proelia destinat;
frustra: nam gelidos inficiet tibi
rubro sanguine rivos
lascivi suboles gregis.
Te flagrantis atrox hora Caniculae
nescit tangere, tu frigus amabile
fessis vomere tauris
praebes et pecori vago.
Fies nobilium tu quoque fontium,
me dicente cavis impositam ilicem
saxis, unde loquaces
lymphae desiliunt tuae
Traduzione
O fonte di Bandusia, più lucente del cristallo,
degno di un vino dolce non senza fiori,
domani ti verrà offerto un capretto,
a cui la fronte gonfia per le corna pronte
promette sia amore sia battaglie.
Invano: infatti ti macchierà le fresche acque
di rosso sangue il rampollo del gregge ruzzante.
Non riesce a toccarti la terribile stagione della canicola bruciante,
tu offri la gradita frescura ai buoi stanchi del vomere
e alle pecore vagabonde.
Anche tu diventerai famosa tra le fonti
perché io canto gli elci che pendono
sulle rocce cave da dove
stillano le tue acque sonore.
O fonte di Bandusia, limpida come il cristallo
avrai una libagione di vino, una ghirlanda di fiori,
il sangue di un capretto di un anno. Tu all'ombra
scorri gelida e offri il rezzo ai bovi e ai greggi.
Diventerai delle fonti nobili anche tu, poiché io
canto le querce che conservano la freschezza alle
tue acque che scendono giù con un mormorìo che
sembra di parole.
GIOVANNI PASCOLI
Bella fontana di Banzi
ti luccica un'acqua di vetro,
ti porteremo domani in un cesto di fiori
un capretto che allatta e pasce.
Le prime corna gli promettono guerre d'amore
peccato perché noi laveremo il suo sangue
nel tuo rivolo gelato.
Perché non ti prende il sole cane
e tu puoi rinfrescare
i tuoi aratori e le greggi camminanti.
La bella fontana di Banzi,
dicono che sarai tra le nobili fonti,
perché rompe il cuore delle pietre
la tua canzone lontana.
ROCCO SCOTELLARO